Obiettivo principale del Premio è sostenere gli artisti e l’arte contemporanea e contribuire a creare un nuovo rapporto virtuoso tra aziende, mondo dell’arte e istituzioni attraverso l’interconnessione tra cultura ed economia.
Il Premio coinvolge il mondo dell'arte contemporanea a tutto campo e crea un circuito di emersione dei talenti e di promozione del ruolo degli artisti quali motore di sviluppo e ricerca di nuove creatività. Per l’edizione 2009 è prevista, oltre alla partecipazione degli artisti di tutte le età che operano in Italia, la partecipazione di artisti, italiani e non, che operano stabilmente a New York.
Nel 2007 si diploma in pittura all’Accademia di Belle Arti
di Via di Ripetta di Roma.
Dal 2008 approfondisce la sua formazione presso lo studio del pittore Carlo Guarienti e tuttora collabora con lui, facendo della pittura la sua principale occupazione.
Nel 2009 e 2010 è stata Assistente della cattedra di Pittura presso l'Accademia di Belle Arti di Lorenzo da Viterbo e Docente della cattedra di Tecniche dell'Affresco presso la stessa sede.
Nel 2011 consegue la laurea di II livello in Valorizzazione e Conservazione del Patrimonio Artistico Contemporaneo, presso l'Accademia di Belle Arti di Via di Ripetta di Roma.
Vive e lavora a Roma.
Firma le sue opere con lo pseudonimo Virdi.
Da ultimo:
-“Nel Segno di Roma”, Galleria Incontro d’Arte, Via del Vantaggio 17, Roma. 29 novembre/20 gennaio 2012. A cura di Roberto Maria Siena.
-In Ricordo a Jan Krugier, Chiostro della Madonna dell’Orto, Venezia, a cura di Krugier Gallery. 11 giugno/ 20 ottobre 2011.
- 54. Biennale d'Arte di Venezia, Padiglione Italia, Arsenale, Tese delle Vergini, Venezia 2011; Direttore Vittorio Sgarbi.
- Collettiva presso Galleria LIBRA arte contemporanea di Catania, a cura di A. Agazzani, 2011.
- Biennale d'arte, Castello Sismondi, Rimini, a cura di A. Agazzani 2009.
- Arte Fiera di Bologna, 2009, padiglione Galleria Russo Roma.
- 2009, la Collezione Pieraccini acquisisce la sua opera “Il futuro ha un avvenire” per la Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Viareggio.
- Arte fiera di Reggio Emilia 2007, padiglione Accademie di Belle Arti.
FAR NASCERE NASCENDO
di Marco Alessandrini:
L'ESTETICA DI VIRDI
"L'oggetto che percepiamo dinanzi a noi, in visione centrale,
sarebbe solo un oggetto intenzionale senza realtà se in lui non emergesse il fondo di mondo al quale siamo originariamente legati".
Henri Maldiney, Cervino
(La Versanne, Encre Marine, 2000)
Il mondo nasce in virtù di occhi che lo guardano, perché nel guardarlo lo plasmano. Non esiste un guardare che non abbia l'effetto di plasmare: il potere dello sguardo è far esistere, donare esistenza, impregnare gli oggetti con inconsapevole, visionaria veggenza.
Lo sguardo è dunque nascita, anzi il nascere stesso: l’emergere di un qualche aspetto, dell’osservatore e del mondo, che da sempre era lì, ma che mai era stato nelle forme e negli occhi, negli oggetti e nel vedere.
Colui che guarda dà forma e nascita al mondo, nascendo egli stesso. Il dipingere, pertanto, non è altro che questa avventura dello sguardo, e lo è anche, peraltro, osservare un quadro.
Avventura che è tentare di dire ciò che da sempre inconsapevolmente diciamo, ma che mai abbiamo detto: mai con coscienza, con consapevole e illuminato vedere.
Luce nelle tenebre, allora, luce coraggiosa ancorchè spaventata, luce rischiosa e partoriente: epifania dove l’osservatore e il mondo si determinano a vicenda, assumendo ognuno forma.
Questa luce, pur se si affaccia in ogni ricerca pittorica, in alcune è più evidente. Forse è soltanto più insistente: più bisognosa di esistere e di dare, a qualunque costo, esistenza.
Lo sguardo e le opere di Virdi
possiedono esattamente questa luce: la emanano, la sfiorano, la inseguono. Ed è una luce che a differenza di molte altre oggi più in voga non vuole decostruire un reale già nato, quasi volgendo ad esso una critica serrata, demolendone l'ordine apparente e costituito. Piuttosto, qui il tratto e la luce perseguono un reale di là da venire, un reale sulla soglia del nascere, un reale che agisce ed esiste, e che soprattutto insiste, nel preriflessivo momento iniziale di ogni percepire, di ogni guardare.
Ed è poi comunque l'autrice stessa, Virdi, che nel cogliere questo reale, questo momento in cui il reale nasce in noi e attraverso di noi, vorrebbe lei stessa nascervi, o meglio nascere insieme ad esso. E in questo modo vorrebbe lei stessa riaprirsi a un ignoto di cui il già noto, al suo fondo, sapeva, ma senza mai veramente e coscientemente sapere.
Qui dunque qualcosa nasce di continuo, o meglio si dà a vedere nel suo altrimenti inosservato nascere continuo. E non è qualcosa di necessariamente informe, né di semplicemente aurorale: è una ripetuta ricerca del vero fondo del guardare, del fondo in cui lo sguardo, nascendo in se stesso, fa nascere il mondo, il quale a sua volta fa nascere lo sguardo, in quella sorta di «interiorità reciproca» di cui ha parlato, tra gli altri, Maldiney (Regard, Parole, Espace, Lausanne, L'Age d'Homme, 1973, p. 17).
Nell'arte di Virdi si dà quindi
la ricerca di quel primo vedere, istante iniziale di ogni vedere, ancora sospeso tra visione e vedere, tra preconscia veggenza e il guardare cosciente.
Ecco perciò forme, lampi, tracce che non percorrono direttamente l'inconscio degli umani e del mondo, né tuttavia la coscienza, ma piuttosto una terra di mezzo tra il primo e la seconda: un limite che riunisce e che divide per donare l'istante, e la sua breve ma solida consistenza, a ciò che ancora non ne ha e che aspira ad averne.
Questa è di conseguenza la ricerca di un'identità, di un nucleo in cui il molteplice del mondo e di se stessi non raggiungono necessariamente una sintesi, ma linee di propagazione, anzi le strade e i fili di una trama lungo cui possano a lungo, e senza deviare, confluire e incamminarsi.
Ancora, di fronte alle immagini che Virdi raccoglie e condensa per noi e per se stessa, e che raccoglie e condensa per l'esistere che solo l'uomo può regalare al mondo, si ha la sensazione di un ritorno, in chiave personale e per nulla scontata, all'humus da cui sorgono i miti.
Non sono affatto in gioco vere figurazioni mitiche, bensì il sentire che precede il mito, o meglio, un qualcosa che anticipa e prepara questo stesso sentire, e che senza avere in alcun modo le fattezze del mito, ne manifesta l'alone, il "sentore".
E sembra perciò che queste immagini siano l'incarnazione, anzi l'istantanea, dell'ombra che seziona e ritaglia quel troppo che la luminosità, lungo la superficie del sentire ordinario, dispiega.
Questo in sostanza è un lavoro di scavo nel quale è tuttavia presente una grande leggerezza, tale da impedire lo sprofondamento assoluto e di produrre invece qualcosa che è a metà tra l'ignoto e il già noto, lì dove i due fanno uno. Il reale, in questo modo, appare come nascita di ciò che informe assume forma, e di ciò che pur essendo già forma ha la necessità di riformularsi e di sapersi, di riconquistarsi. Questo è perciò anche un lavoro dove l'astrazione fa sempre ritorno all'immediata concretezza: al mondo così come, nell'attimo della prima coscienza, assume nascita e forma.
L'estetica di Virdi ritorna allora
alle "cose" del sentire, all'istante in cui il sentire, con ancora
inconsapevole coscienza, plasma lo sguardo e il mondo. La sua è pertanto, si potrebbe dire, un'estetica fondata sul "sentire percepito": sul percepire l'atto stesso del sentire. Su un vissuto che pur se è materia, è che lo è fino in fondo, è però già del tutto ciò che precede e che anima ogni materia. Come se insomma qui l'informe e la forma, l'inconscio e la coscienza, venissero inseguiti nell'istante in cui, uniti, producono lo sguardo e il mondo. E generano, come è anche proprietà di questi dipinti, la costante capacità di far nascere che l'uomo possiede, e che in un solo atto dà identità e significato, o meglio, "aloni" e "aure" di identità e
significato, all'uomo e al mondo.
Obiettivo principale del Premio è sostenere gli artisti e l’arte contemporanea e contribuire a creare un nuovo rapporto virtuoso tra aziende, mondo dell’arte e istituzioni attraverso l’interconnessione tra cultura ed economia.
RispondiEliminaIl Premio coinvolge il mondo dell'arte contemporanea a tutto campo e crea un circuito di emersione dei talenti e di promozione del ruolo degli artisti quali motore di sviluppo e ricerca di nuove creatività. Per l’edizione 2009 è prevista, oltre alla partecipazione degli artisti di tutte le età che operano in Italia, la partecipazione di artisti, italiani e non, che operano stabilmente a New York.